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GES Falchi
GRUPPO GROTTE VERONA
ABISSO ANGELO PASA - SCHEFAR KOVAL
RESOCONTO DELLE OPERAZIONI
Lo Schefar Koval altrimenti battezzato Abisso Angelo Pasa fu scoperto nel 1976 dalla sezione speleologica del CAI Verona. Dopo aver percorso ed allargato vari cunicoli e meandri, attratti da una promettente corrente d'aria, i primi esploratori si ritrovarono in testa ad un profondo orrido del quale inizialmente stimarono una rofondità non inferiore a 80 metri. Seguirono immediatamente grandi ed avventurose operazioni esplorative per raggiungere il fondo del grande pozzo che, rivelatosi di ben 211m, in quegli anni meritò il primato di verticale unica più profonta d'Italia. Altre esplorazioni furono condotte tra il 1978 e il 1980 che portarono solo alla scoperta di una finestra che porta ad un pozzo parallelo, il quale si immette nel pozzo principale circa 60 metri più in basso.
Descrizione della grotta
La grotta può essere suddivisa in tre parti: La prima, ad andamento suborizzontale, si snoda tra il grande covolo di ingresso e lo stretto meandro che immette sul pozzo. La seconda è costituita dalla prima parte del pozzo (fino a quota -100m), si apre nel calcare,è di grandi dimensioni e rivestita su un lato da una colata di concrezione piuttosto spettacolare ma inconsistente che ne complica l'armo costringendo alla discesa sul lato opposto fino ad una spaziosa cengia che si affaccia su un inquietante buco di forma quasi circolare e del diametro di una decina di metri che sbuca sul soffitto di un grande salone circa trenta mentri più in basso. E' qui che inizia la terza ed ultima parte della grotta. A questo punto dal calcare si passa alla dolomia e l'ambiente in cui ci si ritrova è di dimensioni tali da non poter essere facilmente illuminato. Le concrezioni lasciano il passo ad imponenti blocchi di roccia incastrati tra le pareti di questo grande vuoto. Tale ambiente si presenta come una spaccatura che va stringendosi verso il basso fino a chiudere inesorabilmente in una fessura ostruita da frana.
Esplorazioni successive
Negli anni seguenti furono fatti vari tentativi esplorativi traversando in testa il pozzo e discendendone la prima parte sul lato opposto.
Tuttavia le difficoltà dovute allo scomodo avvicinmento, all'armo difficoltoso e alla pericolosità di discendere un pozzo così profondo in più persone a causa dell'alto rischio per la caduta di sassi, resero le discese nella parte profonda della grotta rare e sporadiche.
Un nostro tentativo già nei primi anni 2000 ci aveva portato a confrontarci con una grotta più problematica di quanto pensassimo. Rilevanti anche i problemi dovuti alle frequenti piene che periodicamente innondano il pozzo rendendone impossibile un armo fisso, la roccia inoltre è farinosa e poco adatta ai tasselli tradizionali.
Oggi
Nel corso del 2017 ci siamo persuasi di voler mettere in atto una operazione pianificata che prevedesse il riarmo completo della verticale, l'installzione di una armo fisso (con corde insaccate), e una via di discesa che garantisca requisiti minimi di sicurezza tali da consentire la discesa a più persone contemporaneamente.
Le operazioni sono iniziate il 24 giugno 2018 con una piccola spedizione che portò in testa al pozzo tutti i materiali necessarii alle operazioni di armo. Nelle successive due uscite si raggiunse il terrazzo a -100m e si tentò la discesa nel grande ambiente sottostante constatando la difficoltà ad installare un armo sicuro lungo questa via.
Si decise dunque di raggiungere il pozzo laterale che si apre oltre la finestra sulla parete opposta e da qui raggiungere l'ambiente sottostante. L'opeazione, non priva di qualche difficoltà, ci ha portato al fondo dell'abisso nelle successive quattro uscite percorrendo una via più sicura e che permette anche di apprezzare ambienti poco esplorati. Nel corso della discesa abbiamo anche constatato che il rilievo pervenutoci, a causa dei forti limiti tecnologici dell'epoca, presenta imprecisioni tali da renderne necessario un aggiornamento. Si pensi al fatto che probabilmente siamo stati i primi ad illuminare adeguatamente le pareti tra -120m e -180m di profondità.
L'obiettivo ora è quello di produrre una documentazione fotografica anche della parte profonda (finora totalmente assente), un nuovo rilievo prodotto con strumenti di misurazione adeguati e una indagine geologica che indaghi le speleogenesi di una così singolare cavità.
Da una recente ispezione risulta che la parte profonda della grotta non offre molte prospettive esplorative anche se probabilmente non si è mai indagato molto nella zona di contatto tra calcare e dolomia (da -100 a - 150m di profondità) , dove la grotta è più ampia e articolata.
Hanno finora collaborato alle operazioni di armo soci del Gruppo Speleologico Padovano CAI, Gruppo Amici della Montagna, Gruppo Attività Speleologica Veronese, Gruppo Speleologico Montecchia di Crosara ed in particolar modo dell'Unione Speleologica Veronese.
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