GES Falchi
GRUPPO GROTTE VERONA
PROGETTO V.E.S.P.A.
Spluga Della Preta
Il progetto V.E.S.P.A. (Verona Esplorativa Spluga Preta Aquilio) prende il via a Verona nel 2017 su proposta di Giuseppe Troncon e Aldo Soresini.
Obiettivo del progetto è riprendere le esplorazioni aperte dall' OCA ( Operazione Corno D'Aquilio) nella Spluga della Preta nei primi anni '90 al fine di chiudere i fronti esplorativi lasciati aperti e insoluti.
Il nostro gruppo assieme a molti altri prende parte alle operazioni rendendosi immediatamente operativo.
Di seguito le attività in cui si è adoperato il Ges Falchi:
Le operazioni preliminari prevedono il riordino delle vie di progressione.
-Il 28 Maggio 2017 si procede al riarmo del primo pozzo e della via laterale detta “canna di fucile”. (Ges Falchi)
-Il 2 Giugno 2017 proseguiamo le operazioni di manutenzione fino alla base del pozzo 88. Nel corso di questa uscita vengono posizionati da L. Latella anche strumenti di misurazione della temperatura. (GASV - Lemuri MN - Ges Falchi)
-Il 17 Agosto 2017 si scende fino al pozzo Gonella per verificare le condizioni degli armi nella parte profonda della grotta (GSMontecchia – Ges Falchi)
-Il 26 Agosto 2017 Si prosegue il lavoro di riarmo fino a Sala Nera. Nel corso della stessa uscita si tenta di ispezionare il Meandro della Lama sotto il Pozzo Ribaldone. (GSMontecchia – GSSacile – Ges Falchi)
Concluse le operazioni di manutenzione si passa all'ispezione dei settori esplorativi:
- Il 30 Settembre 2017 al Ramo dei Fiorentini (GASV – GSMontecchia – GES Falchi)
- Il 14 Ottobre 2017 si risale per 30 metri la base del P131 in direzione di un fuso di fronte al meandro che porta al P108 (GES Falchi)
- Il 31 Marzo 2018 si cambiano le corde sul P108 in vista della spedizione russa del SGS (GAM- GES Falchi)
La Spedizione Russa
- L' 8 Aprile 2018, su invito del Ges Falchi e con supporto della direzione del progetto VESPA, arrivano alla Preta undici speleologi del SGS (Sverdlovskaja Gorodskaja Speleosekzja - Свердловская Городская Спелеосекция), associazione speleologica di Ekaterinburg – Urali, con l'intento di accamparsi nella parte profonda dell' abisso per condurre esplorazioni sull'arco di tre giorni. Le condizioni meteo ( pioggia e neve in fusione) ci fanno trovare la grotta quasi in piena. Accompagniamo i russi fino al pozzo Torino donde poi proseguono autonomamente. La portata d'acqua sui grandi pozzi è imponente, forte il frastuono e lo spostamento d'aria. Alcuni russi si salvano grazie alle tute in PVC, altri rimarranno bagnati per giorni. In questi tre giorni sul fondo dell'Abisso viene eseguita una interessante risalita (da completare) dalla base del Pozzo Ribaldone, vengono tentate disostruzioni sul fondo del Vecchio Trippa e si scopre un passaggio che dal Trippa riporta sulla via principale. Altri due speleologi russi, rimasti a guardia dell'ingresso, compiono la traversata a tetto del P131 raggiungendo la sommità del fuso, che tentavamo di risalire nell' ottobre del '17, scoprendo una piccola via laterale al P131 costituita da un pozzo parallelo al principale.
- Il 21 Aprile 2018 ispezioniamo il pozzo scoperto dai russi, parallelo al P131, denominato Pozzo Uralsky (GASV – GES Falchi)
- Il 19 Maggio 2018 ispezioniamo lo stato di conservazione delle vie di progressione nella via Antika (GES Falchi)
- 15 Luglio 2018 Si procede al riarmo delle Risalite dei Fiorentini (GSPadovano – GESFalchi)
- 29 Luglio 2018 Manutenzioni (Sokolniki RUDN Moskva – GES Falchi)
- 10 Marzo 2019 Cambio corda sul P88 ( GAM – GS Montecchia – GES Falchi)
Le risalite dell' Oca e il campo del Vecchio Trippa
- 18/19 Maggio 2019 Ripetiamo una risalita nel ramo dell'Oca Selvaggia eseguita nel '90 e di cui rimaneva uno scarno resoconto non accompagnato da rilievo. La risalita conduce ad una piccola camera sopra il soffitto della sala principale dell' Oca selvaggia. La zona è concrezionatissima e la camera sembra il residuo di una galleria ostruita da concrezione. L'ambiente pare chiudere come descritto nei resoconti OCA , tuttavia con la lampada di profondità osserviamo sul soffitto della sala principale una spaccatura che conduce ad un ambiente fossile una decina di metri più in alto. Per raggiungere questo nuovo ambiente programmiamo una futura uscita.
Il campo: con l'occasione del pernottamento al campo procediamo anche all'ispezione generale che ne rivela la necessità di un intervento di riordino: il telo della tenda deve essere interamente sostituito, sono presenti importanti quantità di rifiuti costituiti principalmente da bombole di gas esauste, teli e cibo abbandonato ed avariato. Una latrina a pochi metri dal campo aveva “subito” un utilizzo recente piuttosto intensivo e le infiltrazioni di umidità all'interno della tenda hanno compromesso anche i sacchi a pelo in piuma. Si rende necessaria dunque anche una ricostruzione del campo e una regolamentazione del suo utilizzo. (SGS – GES Falchi)
- 8/9 Febbraio 2020 con gli amici del SGS torniamo ad eseguire la risalita sul soffitto della sala dell'Oca Selvaggia. La spaccatura sul soffitto conduce ad una piccola sala una decina di metri più in alto. La sala è molto concrezionata e alla sua sommità abbiamo raggiunto un meandro impercorribile perché ostruito da concrezioni. Si è osservata anche la presenza di pipistrelli.
Con l'occasione iniziamo anche lo sgombero di una parte dei rifiuti presenti al campo. Riportiamo così in superficie circa 20 chili di immondizia. Vengono inoltre posizionate delle corde a nodi in modo da consentire la creazione di una nuova latrina ad una maggiore distanza dal campo. Particolarmente meritoria in quest' occasione è l'opera degli amici di Ekaterinburg! (SGS – GES Falchi - CSProteo)
Chiusura del Progetto
Il progetto VESPA viene chiuso con decisione unanime degli aderenti dopo la scomparsa del suo fondatore Giuseppe Troncon. Ne raccoglie il testimone la Commissione Speleologica Veronese.
La presente relazione presenta la sola attività che ha visto la partecipazione del Ges Falchi nell'ambito del progetto VESPA. Altre meritorie esplorazioni sono state condotte da diversi gruppi. Di particolare rilievo le operazioni sul fondo della grotta condotte da Gruppo Spleologico CAI Malo e Gruppo Grotte Brescia.
Per un resoconto complessivo si veda l'articolo su Speleologia Veneta N°23 scritto dallo stesso Giuspeppe Troncon.